lunedì 18 settembre 2017

SPAUR 6) VERSO LE ORIGINI

Per parlare dello stemma originario Spaur devo pubblicare foto che stanno –cronologicamente parlando – al termine e all’inizio di questa mia irruzione in casa Spaur. Le ultime immagini risalgono infatti al 22 Luglio 2017 e provengono da Innsbruck (nella foto 1 lo stemma della città). Pensavo che nella mia avventura austriaca non avrei riconosciuto nemmeno uno stemma, e invece il primo che mi si parò dinnanzi era proprio questo (foto 2-3-4). Fu un momento consolante, al suo protagonista dovevo almeno un posto d’onore nel Caffè…  Nel duomo cittadino poi ho incontrato altra testimonianza, due armi della famiglia posti alla base delle colonne dell’altare presente (se non ricordo male. Foto 5-6-7) nell’ultima cappella di destra. E l’inizio, documentato dalle immagini successive? L’inizio risale al 3/5/2014, quando per mia somma fortuna riuscii ad assistere ad un concerto ad invito tenutosi nella cappella di Castel Valer (sito che abbiamo già incontrato nei post precedenti e autentica meraviglia per gli occhi: prometto una carrellata extra-araldica nel prossimo post, l’ultimo sull’argomento, per i sopravvissuti a queste mie digressioni. E’ una promessa che devo mantenere da tre anni). Qui, una composizione araldica celebra assai probabilmente un matrimonio. Tra chi? La dott.sa Claudia Paternoster, esperta studiosa del luogo sostiene si tratti degli stemmi Campo (marito) e ovviamente Spaur (foto 8-9). Ma per quanto riguarda lo stemma in destra araldica non c’è accordo con il Rauzi che per l’arma Campo riporta esclusivamente un di rosso alla fascia d’argento. I testi della Paternoster potrebbero chiarire ma per ora il prestito interbibliotecario trentino non è più funzionante ed essi si trovano sparsi tra le biblioteche di Trento Città e altri paesi della Regione. A fianco altri due stemmi che sempre la Paternoster vuole dei Rigos e Cazuffi. (foto 10). Per quanto riguarda il primo, il Rauzi riporta un’arma Rigos in cui appare tra le altre cose una banda caricata di una lucertola, ma dice che quella più antica è del 1576 e colloca nel campo una biscia posta in palo (in realtà se questi stemmi fossero coevi degli affreschi, saremmo in pieno Quattrocento e la biscia sarebbe in realtà proprio una lucertola). Anche l’autore di “Araldica Tridentina” dà comunque la Val di Non (ove Castel Valer è situato) come terra originaria dei Rigos. Nessun “problema” per ciò che riguarda l’arma Cazuffi, autorevole famiglia trentina, presente anche in Riva del Garda (nella persona di Lorenzo Cazuffi, membro del tribunale supremo del principato, che nel 1532 appose il suo stemma sulla campana maggiore della Torre Apponale- cfr. Riva Araldica, cit., pag. 40) e confermata anche negli smalti dal Rauzi. Torniamo agli Spaur ricordando però che, come detto l’altra volta (post n. 5), stando al Rauzi medesimo, lo stemma originario della casata, innalzato dal capostipite Volcmar di Burgstall, infeudato del castello di Sporo-Rovina, nel ‘300, non è affatto il leone con coppa, ma un falco d’argento in campo azzurro, il cui cimiero erano era appunto costituito da due coppe rovesciate, alludenti al titolo di “coppieri dei Conti del Tirolo”. Furono i successori di Volcmar che utilizzarono la figura del cimiero come elemento araldico posto tra le branche di un leone rosso in campo argento, composizione araldica che, quindi, da lì in poi divenne l’arma Spaur, successivamente inquartatasi, come ampiamente visto, con altre. Nel prossimo e ultimo post, oltre alla carrellata-premio su Castel Valer, di cui dicevo, tenterò una brevissima ricostruzione cronologica di quanto detto in questi sei interventi sulla questione Spaur.












 

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