martedì 16 maggio 2017

ORIOLO ROMANO (VT), PALAZZO ALTIERI, GALLERIA DEI PAPI 
14 Maggio 2017


Il “premio” finale per chi abbia assistito/partecipato alle due giornate del I Convegno Internazionale sull’Araldica (e III Nazionale) tenutesi il 13 e 14 maggio scorso nella Sala degli Avi del succitato palazzo, è stato sicuramente all’altezza delle attese. La galleria dei papi, contiene al momento le tavole con ritratto, note biografiche e stemma di tutti i pontefici (sono 268, mancano quelle relative agli ultimi due, per la realizzazione delle quali è stato indetto un concorso): nessun’altra raccolta può vantare simile completezza. La mia attenzione è stata solleticata soprattutto dagli stemmi dei papi cosiddetti “pre-araldici”, quelli cioè vissuti in epoche a noi più remote, nelle quali il codice emblematico araldico non era stato ancora ideato (esso dà i primi segni di sé verso metà del XII secolo, almeno stando alle attuali testimonianze, ma per gli stemmi papali occorre attendere ben oltre, partendo tradizionalmente da Bonifacio VIII in poi, ma tenendo presente che anche pontefici a lui immediatamente successivi, non diedero segno di “attività araldica”). A tali personaggi, per forza di cose gli stemmi vennero “assegnati d’ufficio”, cioè inventati. La cosa non stupisca i meno esperti: la “moda” araldica arrivò ad affibbiare stemmi persino ad Adamo, Eva, e a tutti i personaggi della Trinità. Inventati di sana pianta o inventati con raziocinio? Stando a quello che è sorto dalla visita-dibattito eseguita come sempre magistralmente da Maurizio Carlo Alberto Gorra* e dall’intervento di alcuni visitatori, relatori dell'antecedente convegno, verrebbe da dire la seconda: si è potuto appurare infatti, in alcuni casi su cui ci si è soffermati maggiormente, che gli elementi araldici presenti all’interno degli stemmi, richiamino senza dubbio aneddoti riconducibili alla vita del papa in questione, o almeno a quel che di essa ci dice la tradizione. Ciò potrebbe venire confermato anche dal fatto che gli stemmi assegnati ai papi più antichi in assoluto, pare (e ripeto pare, perché sono considerazioni tratte da una visita di pochi minuti e non certo da studi approfonditi) richiamino esclusivamente strumenti di martirio, forse proprio perché delle vite di questi, il martirio stesso è stato l’episodio più eclatante, qualificante o forse ancora uno dei pochi conosciuti. Sono tutte ipotesi che un’approfondita analisi della Galleria e soprattutto delle iscrizioni abbinate a ritratto e stemma potrebbero smentire anziché confermare. Nei prossimi giorni però, proverò se sarò in grado e se riuscirò a trovare elementi sufficienti non dico a suffragarle ma almeno a dare loro un po’ di consistenza, ad effettuarne un paio anch’io, relativamente ad altrettanti stemmi che hanno attirato la mia attenzione. 

Dopo onori e oneri del Convegno, si riprende a scrivere sui "Quaderni".

*autore della pubblicazione Blasonario di un sogno – Cronotassi araldica ragionata della Galleria di Palazzo Altieri a Oriolo Romano - (Centro Studi Araldici, 2017, Arcisate VA), della quale i presenti alla visita della Galleria sono stati omaggiati, e della quale cosa (essendo io tra questi) ringrazio di cuore














*autore della pubblicazione Blasonario di un sogno – Cronotassi araldica ragionata della Galleria di Palazzo Altieri a Oriolo Romano - (Centro Studi Araldici, 2017, Arcisate VA), della quale i presenti alla visita della Galleria sono stati omaggiati, e della quale cosa (essendo io tra questi) ringrazio di cuore.

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