martedì 4 ottobre 2016

STEMMI IN VERONA SANT’ANASTASIA  (fotografie del 22 Luglio 2011 e 22 Luglio 2014),

21) MINISCALCHI 22) FAELLA


21) MINISCALCHI Quella che segue è una carrellata del singolare ed inconfondibile stemma dei Miniscalchi (foto 1-11).  Il Crollalanza ci dice che anche loro entrarono a far parte del Nobile Consiglio veronese nel primo quarto del XV secolo (1425) e che provenivano da Bergamo (1418-1425). Quello inciso su marmo rosso proviene da una lastra tombale posta nelle vicinanze (foto 1-2-3-4) dell’altare Miniscalchi (1436, foto 5-6) da cui provengono invece tutte le altre immagini (foto 7-8-9-10-11). Ogni tanto capita anche la riproduzione di qualche stemma in technicolor e non ce la facciamo sfuggire, anche se sfocata (flash non permesso…). Il Crollalanza vuole il tronco d’oro, il De Betta segnala altri testimoni in Verona tra cui quello posto nell’“ex salone Palazzo Bevilacqua in Corso Cavour” riporta un campo d’azzurro.

D’argento al tronco reciso, ardente alle estremità ed accollato in tre giri da un ramo d’edera, il tutto al naturale?  (stemmi dipinti foto 5-6-7);
Oppure: D’argento al tronco sradicato, ardente alla sommità ed accollato in tre giri da un ramo d’edera, il tutto al naturale? (stemmi dipinti foto 5-6-7);

Un tronco sradicato, ardente in capo, accollato in tre giri da un ramo d’edera posto in sbarra. (reperti acromi alle basi dell’altare  (foto 8-9-10-11);

Un tronco reciso, ardente alle estremità, accollato in tre giri da un ramo d’edera posto in sbarra. (lastra tombale foto 1-2-3-4).

Un paio di considerazioni:        
-nei reperti acromi le spire dei tralci d’edera accollano il tronco costantemente in sbarra (la qual cosa va evidenziata nel blasone), mentre le armi dipinte la recano in banda (posizione “normale” e quindi sottointesa).
- ho dubitato assai se si trattasse di tronco sradicato ardente soltanto alla sommità (radici alla base e fiamme in cima) o tronco reciso ardente dalle estremità (tronco tagliato di netto con fiamme sia sopra che sotto). Ho utilizzato la seconda versione per lo stemma sulla lastra tombale che è molto simmetrico nell’elemento posto alla cima e alla base del tronco, ciò che mi fa dedurre si volesse rappresentare sia in un caso che nell’altro lo stesso elemento, vale a dire le fiamme. Valutando gli altri testimoni, si può pensare invece siano state riprodotte fiamme alla sommità e radici alle estremità, ma potrebbe anche essere una resa artistica dovuta al poco spazio presente in punta (però anche gli stemmi dipinti mi pare abbiano evidente diversità di smalti tra la sommità e la base del tronco). Il Crollalanza è l’unico tra i “vecchi” blasonisti citati dal De Betta, che parla di tronco ardente dalle estremità e non solo dalla cima, la qual cosa è notata non solo dal sottoscritto ma dal De Betta medesimo.












22) FAELLA Ai lati del secondo altare di sinistra dedicato a Sant’Erasmo, primo vescovo di Formia,  sono scolpiti invece questi due stemmi della famiglia Faella con il motto CERTIUS INCERTUM (foto 12-13). Dal De Betta e dal codice “Fugger”  (BSB cod. icon,. 276) apprendiamo gli smalti e cioè rosso per il campo e d’oro per i bastoni noderosi. Il già citato De Betta parla di tronchi e poi ci confida che il Crollalanza –dal quale apprendiamo anche che questa famiglia fece parte del Nobile Consiglio veronese dal 1406- “ha preso un granchio” blasonando un “d’argento a tre bande doppio-merlate di rosso” (ho verificato ed è vero.) Meno male…pensavo di essere presuntuoso notando pure io che i Crollalanza (padre e figlio) possano talvolta commettere errori nei loro pur meritori e indispensabili lavori…



      



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