STEMMARIO VALSABBINO: ALONE
Grazie ad un’amica ho potuto
leggere l’interessantissimo libretto di Alberto Rizzi, (un vero e proprio
esperto in materia di leoni marciani) “Un ricupero iconografico marciano ad
Alone e collaterali scoperte (Bs, Luglio 2002, scritto in Varsavia tra il
Dicembre e Gennaio precedenti). L’autore, negli anni ’90, aveva letto in altro
testo di un “leone di Alone” e una volta ritrovatolo affrescato sulla ex Casa
della Comunità (fig 1) di quel paese, decise non solo di fotografarlo, ma anche
di comprare la suddetta casa e di far restaurare -nella seconda metà degli anni
’90- l’affresco. Rimanendo affascinato da quanto scritto nel libro, ho deciso
di salire ad Alone e immortalare il tutto. Purtroppo le foto sono un po’
schiacciate verso l’alto in quanto non c’è spazio tra la parete e la scarpata
sottostante, mentre visioni panoramiche dalla strada sottostante sono impedite
dalla vegetazione ormai troppo alta rispetto alle foto contenute nel libretto
di inizio 2000. Chi vorrà scorrere le immagini che qui propongo, però, si
accorgerà che non solo di leone si tratta (figg. 2-3-4-5). Al di sopra di esso
infatti è effigiata l’immagine dello stemma civico, tre torri (?) fondate su una campagna, la centrale più bassa
da cui nasce un albero (figg. 6-7). Nell’opera si prova, tramite l’esame degli
strati di intonaco, come il leone sia coevo ad una scritta presente in uno
stipite di porta originaria, scritta che reca l’anno 1619 e un altro alberello,
stavolta senza torri (la cui chioma è servita come traccia per il restauro integrativo dell’albero dello stemma
con le torri, in quanto in questo la chioma non era più visibile). Il leone “dal
volto umano” (fig. 5) dovrebbe essere quindi del 1619. Ma lo stemma civico no,
in quanto dipinto su altro strato di intonaco. L’autore ipotizza come anno il
1731, epoca in cui il palazzo fu sottoposto a restauro globale. Il Rizzi fa
notare come la particolarità del leone di Alone risieda nella scritta consueta
sul libro (fig. 5): essa infatti è contenuta tutta nella pagina destra (destra
di chi guarda) e non distribuita sulle due facciate o riportata per intero solo sulla prima. La
cosa, sottolinea l’autore, capita quando nell’altra pagina si voglia
rappresentare uno stemma, ma qui risultano evidenti le righe “in funzione
epigrafica”, e cioè stese per poter permettere l’inserimento di altre parole e
non, quindi, di stemmi.
Nella Casa della Comunità, il Rizzi ha voluto inserire anche un leone “in moleca” del 1753 (fig. 8), proveniente da Sovramonte, nel feltrino.
Nella Casa della Comunità, il Rizzi ha voluto inserire anche un leone “in moleca” del 1753 (fig. 8), proveniente da Sovramonte, nel feltrino.
Dal punto di vista più
strettamente araldico, l’autore, in nota, , riprendendo Ugo Vaglia, conclude come l’alberello di Alone (ma non le
torri) sia stato inserito nel cantone destro dello stemma di Casto (figg. 10-11),
che attualmente ingloba nel suo territorio comunale, per l’appunto, Alone. Marco
Foppoli, invece, nel suo Stemmario Bresciano (p. 172) sottolinea la funzione
parlante dell’alberello inserito nello stemma di Casto, che, essendo un
castagno, richiamerebbe in maniera evidente l’origine del nome del borgo.
Resterebbe infatti da comprendere, aggiungo io, il perché, nel caso della prima ipotesi,
proprio lo stemma di Alone, e non di altri centri abitati del Comune unico di
Savallo, di cui anche Casto faceva parte anticamente, sarebbe dovuto confluire nello
stemma comunale in questione (stemma approvato nel 1983, ma, sempre stando al
Vaglia, ideato prima del 1952).
In chiusura, una curiosità per i
frequentatori dello “Iagiforum”: Il libretto del Rizzi è dedicato dall’autore, oltre
che ad altri “leontofili informatori patavini”, anche a Franco Benucci, che
tale forum frequenta.